Karletto

“Tutte le mattine devo alzarmi odiando qualcuno.” Prof.F.Scoglio

è tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti

Morire a Milano, per strada, a 19 anni.
Ucciso a bastonate, come un cane seviziato da bambini crudeli.
E invece hai 19 anni, scoppi di vita, è sabato notte e si sta giusto chiudendo l’estate, e tu hai una voglia matta di stare in giro con i tuoi amici, girare per milano che in fondo non è così male, ti brucia dentro la voglia di tornare al mattino, con gli occhi arrossati e la gola che fa male per le troppe sigarette fumate, il pacchetto che si svuota.
Una a me e una a te, soldi in tasca pochi, voglia di bere l’ultima birra al leoncavallo, che costa poco e la gente è come te, che giustamente hai tanti grilli per la testa e non ti interessa se chi siede vicino a te è di Bolzano o di Nuova Delhi.

Capirai, a 19 anni, è legittimo.

Con gli amici di sempre, entri in un bar, ti guardano un po’ storto perchè sei un ragazzino nero, parli ad alta voce, ridi euforico e ti infili un pacchetto di biscotti in tasca.

Dietro il bancone, sguardi duri, stanchi. Cattivi.

Bava alla bocca, il proprietario e suo figlio iniziano a ringhiarti addosso, con gli occhi iniettati di sangue.
Tu non capisci, è un pacchetto di biscotti, è uno scherzo, ma pensi bene di infilare la porta.

Via, corri.
Le scarpe da ginnastica bruciano l’asfalto dei marciapiedi, eviti i motorini parcheggiati e i cestini divelti.

Ti guardi indietro, se gli altri due amici ci sono, e se qualcuno ti segue.
Giri la testa, con una mano afferri la cintura e ti tiri su i pantaloni che stanno scivolando sul culo.
Il cuore sembra scoppiare, i polmoni sono pieni di aria, la milza che fa male, sei fradicio di sudore sotto la felpa con il cappuccio.

Poi si ferma un furgone e i due del bar scendono, sembrano padre e figlio.
Occhi spiritati, la bava alla bocca, due bastoni in mano.

“Negri di merda! siete tre negri di merda, ladri del cazzo! Vi insegnamo noi come si sta al mondo!”

E i primi colpi, alla cieca.
Sono adulti, menano forte, ti prendono una volta in testa, qualche colpo lo eviti.
Gli avambracci ti fanno male, cerchi di parare i colpi, la pelle scotta per le legnate.
Te ne arriva uno fra l’orecchio e il collo, poi un altro, un altro e un’altro ancora.

Inizi a sbattere gli occhi, fai fatica a tenerli aperti ma ancora senti lo spostamento d’aria prodotto dai bastoni e quegli insulti sul colore della tua pelle, sempre più sibilati, fra i denti, troppo impegnati a colpire, a colpirti.

Gli occhi ti si chiudono.

“Negro di merda, così impari a rubare”.

Abdul è morto, ucciso a bastonate, sabato notte.
A 19 anni.
Nato in Burkina Faso ma cresciuto in Italia e cittadino italiano è stato ucciso per il colore della sua pelle.
Sono palle quelle degli avvocati della difesa che dicono che l’omicidio non è stato motivato dal razzismo.
E’ come tirargli un’altra bastonata.
Se fossi stato io a rubare i biscotti non mi avrebbero inseguito e preso a bastonate al grido di “bergamasco di merda”.
In queste città sempre più insicure per chi le vive davvero, ci siamo abituati stancamente a tutto: alle retate nei confronti di rom e migranti, alla criminalizzazione dei lavavetri o delle prostitute, a un odio strisciante che cresce giorno per giorno, alimentato da giornalisti che anche in questo caso trasformeranno la vittima in colpevole.
“È TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI.” strombazzava il Manifesto della Razza, diffuso nell’agosto del ’38 dal regime fascista.
Lo stanno facendo settant’anni dopo, fomentati da un clima di intolleranza diffusa e da un pensiero unico sordo, razzista, in città sempre più tetre, poco abitabili.

4 commenti»

  thun88 wrote @

Il tuo racconto rispecchia fedelmente quello che poteva essere quel sabato notte a Milano. Mi ha fatto male leggerlo, ma capisco che è la realtà a farci male dentro.

Penso anch’io che l’Italia abbia bisogno di diverse sedute di analisti e psichiatri, perchè qualcuno che non ammette il proprio timore e l’angoscia verso la parte debole della società (i “diversi” come me, seconda generazione cinese) ha dei problemi.

La parola Razzismo è troppo brutta, l’abbiamo sostituita con “Maggiore sicurezza nelle città”. Le coscienze di tutti sono apposto, ma abbiamo già perso un fratello, un figlio italiano (perchè è l’Italia che lo ha cresciuto e allattato, con scuola, tv e musica HipHop & Rap).

Bellissimo racconto Karletto, schiettamente e brutalmente realistico, è veramente una fortuna avere persone, coetanei come te che hanno coraggio di tenere gli occhi aperti.

  |k| wrote @

grazie per le belle parole, anche se “a naso”, dal tuo nick, mi sa che tanto coetanei non siamo [se sei dell’88 abbiamo 10 anni di differenza], ma non fa nulla…
a me quest’italia fa paura, è cupa, cattiva, sembra uscita da un racconto gotico, con un cuore oscuro a volte imperscrutabile…

  Theo wrote @

anche i romeni che hanno picchiato a morte un polacco per un trapano rotto sono razzisti?

O i bengalesi che picchiarono a sangue un romeno in 5 per fregargli i soldi?

“In queste città sempre più insicure per chi le vive davveroIn queste città sempre più insicure per chi le vive davvero” Mi sa tanto invece , che siete voi a dover vivere un po’ di piu’ sulla strada anzichè vivere attaccati a un computer.

almeno vedreste che bei macchinoni di grossa cilindrata che hanno loro…

  |k| wrote @

c’è un po’ di differenza fra il caso di Abba e quelli citati da te sopra: c’è il fatto che gli assassini di Abba sono i “wasp de noantri” e gli è scattato il meccanismo dell’ “insegui e bastona” per le origini africane d Abba… se avessi rubato io i biscotti cosa sarebbe successo? mi avrebbero inseguito? naaa….
Io in strada ci sto e tra l’altro con la strada ci vivo e la percezione che le città sono più insicure per chi sta in strada tutto il giorno, per chi non ha casa e reddito….
La provocazione del “macchinone” è ormai superata nella classifica dei luoghi comuni…


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